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Il percorso dell’Olgiata Golf Club, nato nel 1961, è un capolavoro dell’architetto britannico C. Kenneth Cotton, successivamente rivisitato con mano sapiente nel 2012 dall’americano Jim Fazio. Questo campo storico vanta un totale di 27 buche, suddivise tra un percorso principale a 18 buche e uno più recente da 9 buche. La Club House, ispirata ai Country Club americani, si inserisce armoniosamente nel paesaggio, offrendo una cornice incantevole agli ospiti.
L’iconica buca 1 – PAR 4
Il primo tiro si apre su un dog-leg che curva audacemente verso destra, con un bunker strategicamente posizionato a proteggere il fairway sulla sinistra, oltre una cortina di alberi. Il green, troneggiante e sopraelevato, è un vero baluardo, difeso da due bunker minacciosi e da una ripida pendenza che conduce verso un bosco fitto, pronto a inghiottire palline sfortunate.
Il campo
Il percorso si articola in due itinerari distinti: il percorso Ovest e quello Est. L’Ovest, il più antico, è una gemma di 18 buche che ha ospitato eventi di caratura internazionale, come gli Open d’Italia del 2002 e le edizioni del Campionato del Mondo Professionisti a Squadre del 1968 e 1984. Ridisegnato quasi completamente nel 2012, il percorso Ovest ora risplende con tre configurazioni: PAR 71, 72 e 73, e sette battitori per tutte le categorie. Il percorso Est, con le sue 9 buche par 36 e una lunghezza di 2.947 metri, è ben lontano dall’essere un semplice campo executive; è un vero percorso autonomo, perfetto per ospitare gare e competizioni di ogni tipo.
L’Ovest ha visto brillare le stelle del golf, come testimonia il record del campo di 61 colpi (-11) ottenuto durante gli Open d’Italia del 2002 da Ian Poulter e Ángel Cabrera.
La storia dell’Olgiata
La storia dell’Olgiata affonda le sue radici in oltre 3000 anni di vicende umane. Un tempo dimora degli Etruschi, che nel Parco di Veio fondarono una civiltà luminosa prima di essere oscurata dall’avanzata romana, la zona conserva ancora tracce antiche come cunicoli e grotte. Successivamente, i terreni divennero teatro di battaglia fra potenti famiglie locali – gli Anguillara, gli Orsini, i Chigi – in lotta con i papi, spesso loro stessi discendenti di queste casate. Nel Medioevo, il feudo dell’Olgiata vide la costruzione di un castello fortificato con mura e torri, circondato da case per proteggere i suoi abitanti.
Nel 1566, la famiglia Olgiati, banchieri di Como, acquistò l’Olgiata dal Duca Paolo Giordano Orsini e la trasformò in un feudo, riuscendo a ottenere il titolo di Marchese. Tuttavia, il dominio durò poco: i terreni cambiarono spesso proprietario nei secoli successivi, passando per mani nobili e borghesi fino al 1930, quando il Marchese Incisa ricevette la tenuta come dono di matrimonio e la trasformò in un’azienda agricola fiorente.
Il castello dell’Olgiata, costruito tra il 1400 e il 1500, è un tipico maniero della campagna romana, con un muro di cinta e quattro torri. La piccola cappella, decorata da affreschi magnifici, è ancora parte della Parrocchia di San Pancrazio in Isola Farnese.
Negli anni ’50, quella che era una tranquilla oasi verde sulla Cassia, a pochi chilometri dal cuore di Roma, si rivelò il luogo ideale per la creazione di un grande campo da golf. La Società Generale Immobiliare, proprietaria di questo angolo di paradiso dove avevano visto la luce i campioni dell’ippica mondiale Nearco, Tenerani e Ribot, trasformò l’Olgiata in un centro residenziale e sportivo di prim’ordine, arricchito da piscine e campi da tennis, dove il golf trova la sua massima espressione.