di Virginia Rifilato
Si è tenuta lo scorso 15 marzo all’Olgiata Golf Club la conferenza “L’ambiente è la nostra prima dimora. Come lo tuteliamo?”, organizzata dall’Associazione RespiriAmo in collaborazione con il noto golf club romano, alla presenza di illustri ospiti come Pier Carlo Padoan e Francesco Profumo. Si tratta della seconda iniziativa organizzata dall’Associazione dopo quella dello scorso ottobre a Palazzo Altieri. Cambiamento climatico, inquinamento e crescente interesse della finanza internazionale per queste tematiche – favorito dall’emissione dei Green Bond (le “obbligazioni verdi”) – sono stati gli argomenti che hanno ispirato l’organizzazione di questa conferenza in collaborazione con l’Olgiata Golf CLub. La Dott.ssa Maria Cannata ci aveva già parlato, in occasione della nostra intervista esclusiva, del ruolo dello Stato nello sviluppo di iniziative ecologiche, ma anche delle iniziative private (come le comunità energetiche) che possono contribuire a salvaguardare l’ambiente che ci circonda. Una panoramica interessante dunque che ha messo l’accento anche sulla salvaguardia degli alberi e delle piante in un ambiente naturale tutelato da un ente – come può essere il Parco di Veio – passando per l’analisi, catalogazione e tutela di tutti gli alberi presenti sul percorso da golf dell’Olgiata, attività di cui ha parlato il Prof. Alberto Minelli.
La Dott.ssa Maria Cannata, membro del Consiglio degli Esperti presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, nonché socia fondatrice dell’Associazione RespiriAmo, ha introdotto per prima l’attività dell’Associazione (già descritta nel nostro precedente articolo, e che riguarda il miglioramento delle aree verdi della città di Roma) ponendo l’accento sulle tematiche ambientali e soprattutto sul crescente interesse che dal 2014 è maturato in ambito finanziario per la salvaguardia dell’ambiente e l’efficientamento energetico. Dopo i trasporti, infatti, la categoria dell’efficientamento energetico è la più importante tra quelle sostenute con l’emissione di strumenti finanziari come i BTP Green.
Le comunità energetiche sono state l’argomento centrale del discorso del Prof. Leonardo Becchetti, docente di Economia Politica all’Università di Tor Vergata. Facendo luce sull’interesse primario che ha lo Stato oggi per la riduzione dei consumi provenienti dalle risorse ambientali, si è parlato di come il passaggio ad una economia circolare possa contribuire all’azzeramento delle emissioni.
Ma perché le comunità energetiche sono così importanti?
Il prof. Becchetti ha spiegato come la rivoluzione energetica debba passare sì per la mobilità, ma soprattutto per una riqualificazione degli edifici che devono diventare dei prosumer (è il termine che designa un “consumatore” che partecipa attivamente alle diverse fasi del processo produttivo). Ci sono tre modi per produrre energia da fonti rinnovabili: quello dell’autoconsumo, l’autoconsumo collettivo in condominio e la comunità energetica (che è una rete di soggetti). Le comunità energetiche idroelettriche sono nate all’inizio del ‘900 in Italia (prima dell’avvento dell’ENEL). L’esempio di alcuni comuni del Sud, che si stanno unendo in un consorzio per diventare una comunità energetica, è il sintomo di questa rivoluzione in atto. I benefici delle comunità energetiche sono fondamentalmente tre: non si paga il consumo dell’energia che si produce; è possibile rimettere il surplus di energia non consumata al gestore della rete, che la rivende a un costo più basso; la percentuale di energia che si produce e consuma viene remunerata dal governo con una tariffa, la quale rappresenta la fonte di guadagno maggiore per questa iniziativa. Oggi è possibile stimare che in Italia ci siano un milione di persone allacciate alla rete che producono energia rinnovabile. L’ambizioso obiettivo del Ministero dell’Ambiente è quello di realizzare 10.000 comunità energetiche nei prossimi anni.
Il Commissario del Mose, l’architetto Elisabetta Spitz, nonché terza relatrice della serata, ha fornito dati interessanti inerenti alle potenzialità del Mose come prosumer, analogamente alle comunità energetiche: producendo energia in eccesso oltre al proprio fabbisogno, può trasferire energia ai comuni limitrofi alla laguna – i quali stanno anch’essi creando una comunità energetica in accordo con l’ENEL – oltre a sopperire ai fabbisogni del porto di Venezia. Si tratterà quindi di una comunità energetica locale. Questo progetto è nato alla fine del 2019, quando ci fu un’acqua alta eccezionale a Venezia (173 cm) e il Mose ancora non funzionava perché era in fase realizzativa. La conclusione delle sue opere è prevista per il 2025, ma da quando è entrato in funzione ha già protetto Venezia per ben 45 volte solo negli ultimi 3 anni, dimostrando di essere un’infratruttura flessibile: alzando e abbassando le barriere a seconda delle necessità, si è potuto far entrare acqua a seconda delle esigenze; anche le aperture parziali hanno funzionato, al fine di non complicare eccessivamente il passaggio delle navi al porto di Marghera, soprattutto i pescherecci che soffrono molto della chiusura. Il ricambio idrico, con questo utilizzo flessibile, non soffre, e così facendo anche l’ecosistema naturale viene protetto. L’impatto delle “acque grandi” su Venezia è aumentato dal 2019 ad oggi, quindi ci si attendono eventi estremi sempre più frequenti, non ultimi i casi di acqua bassa. Il Mose si è dimostrato utile nel gestire nella laguna anche questa seconda problematica eventualità. Parecchie altre città nel mondo(tra sud est asiatico e America centrale) hanno il problema dell’acqua alta: Shanghai ad esempio è a rischio ancora maggiore di Venezia. Non a casa queste città stanno guardando al Mose come a un progetto di grande interesse da riprodurre sui loro territori.
Il Presidente del Parco di Veio, Giorgio Polesi, ha posto parlato delle attività del parco. Il territorio del Parco di Veio comprende otto comuni, oltre al XV Municipio del comune di Roma, e le Valli del Sorbo, tra Formello e Campagnano. Si tratta complessivamente di un sito regionale ma di interesse comunitario che l’ente Parco ha l’obbligo di difendere, valorizzando e proteggendo la flora e la fauna. L’ente del Parco gestisce quindi un vincolo ambientale, ma non è proprietario del Parco di Veio, che è invece suddiviso tra varie proprietà private (14.000) e di enti pubblici (1.000). Il Parco annovera 730 specie di flora, tra cui 16 felci di rilevante interesse, e svariate specie di fauna tra cui figurano tre branchi di lupi, costantemente monitorati. Il suo territorio parte da Corso Francia (all’interno al Raccordo Anulare si parla di “parco urbano”), fino al Parco Volusia, per estendersi fuori Roma fino a Mazzano Romano e Morlupo e confina con il comprensorio dell’Olgiata. All’interno del Parco l’efficientamento energetico ha riguardato l’istallazione di pannelli voltaici sui tetti delle abitazioni.
L’ultimo intervento della conferenza ha coinvolto un po’ più da vicino il circolo ospitante e i suoi soci perché ha illustrato la manutenzione degli alberi e delle piante, ai fini della conservazione e del mantenimento di un equilibrio territoriale che si scontra sempre più con l’antropizzazione dell’ambiente in cui viviamo.
Docente in materia di parchi, giardini e arboricoltura ornamentale presso l’Università di Bologna, il Prof. Alberto Minelli ha portato davanti al pubblico della serata alcuni video e immagini esemplificative per spiegare come anche le potature, di cui un percorso da golf ha sempre bisogno, se sbagliate possano avere conseguenze negative in un ambiente naturale. All’Olgiata Golf Club, nel caso specifico, si è fatto un rilievo geodifferenziato con un’attenzione specifica alla corretta potature delle piante, in modo da non indebolirle ma rafforzarle, grazie anche all’ausilio di un inventario redatto e costantemente aggiornato che si avvale di sofisticati software come il GIS (Geographic Information System). Così facendo, vengono aggiornate anche le etichette identificative di ogni singola pianta: una sorta di memoria scritta che agevola molto la tutela della flora nel corso degli anni.
Grazie alle iniziative come questa dell’Olgiata Golf Club si è dimostrato come anche i privati possano fare la propria parte e rendersi portavoci di un sentito impegno rivolto alla tutela ambientale e alla sostenibilità, instaurando un proficuo dialogo con le istituzioni, con gli enti e con le associazioni che, come RespiriAmo, hanno a cuore il proprio territorio.
Si ringraziano infine, per la gentile presenza all’evento: il prof. Pier Carlo Padoan, ex Ministro dell’Economia e delle Finanze, oggi Presidente del CdA UniCredit e il prof. Francesco Profumo, ex Ministro dell’Istruzione, oggi Presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo; il comitato fondatore della Associazione RespiriAmo composto da Maria Cannata, Alida Tua, Maria Grazia Reitano, Anna Bubbio, Andreina Draghi, Debora Miccio; il Rotary Club Roma Olgiata, con il suo presidente Alessandro Compagnoni e l’Ente Parco di Veio per il patrocinio dell’evento.