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Prima dei vari socket, flappe, ganci e slice vari possiamo affermare che il “NON poter giocare” rimane ciò che il golfista medio teme maggiormente. Escludendo le motivazioni personali di ognuno, probabilmente uno dei più frequenti e comuni ostacoli al gioco più bello e diabolico del mondo è l’assenza di INTEGRITA’ FISICA. Quante lombalgie, quante epicondiliti e quanti dolori sparsi ci tengono lontano da quel meraviglioso manto verde che ci fa tanto sognare quanto arrabbiare?
Immaginiamo per un attimo di eseguire il primo colpo all’inizio di una gara importante. Arriviamo sul tee di partenza e cominciamo a visualizzare il colpo che vorremmo fare; con la pallina in una mano e nell’altra il bastone che abbiamo scelto, andiamo a posizionarci sul Tee di partenza. Da questo momento in poi (e per qualcuno anche prima) comincia la nostra Routine.
Sappiamo benissimo che, senza una buona routine praticata e collaudata, soprattutto nei momenti più difficili, possiamo essere facili vittime della tensione e quindi di un colpo sbagliato. Penso che il nostro corpo si comporti allo stesso modo: se non gli offriamo una routine per star bene subirà tensioni e quindi incapperà probabilmente in frequenti infortuni.
Ma come si può “costruire” una Routine per il nostro corpo?
Innanzitutto visualizzando bene il Campo. Il nostro manto verde in questo caso è la quotidianità: quel frenetico tram-tram in cui vogliamo ritagliarci qualche meritato momento per giocare a Golf. Nella mia pratica lavorativa, occupandomi di riabilitazione, ho percepito nelle persone la difficoltà di trovare il tempo, o meglio, di instaurare un’abitudine finalizzata anche a piccoli esercizi quotidiani che sono la base per potersi prendere cura del proprio corpo. Quante volte, alla richiesta del nostro personal trainer o del nostro fisioterapista di eseguire quotidianamente 20/30 minuti di esercizi mirati, dopo qualche giorno abbiamo cominciato a saltare qualche esercizio, a saltare qualche sessione? Infine quei compiti sono finiti nel dimenticatoio e non abbiamo ottenuto il risultato sperato. In questo articolo spero di dare qualche spunto di riflessione per completare un passaggio intermedio, al fine di arrivare a quei famosi 20/30 minuti di esercizio quotidiano. Credo infatti che prima di lavorare sul fisico dobbiamo letteralmente, chi più chi meno, allenare la nostra abitudine, creare la nostra Routine del Benessere.
Bisogna avere bene chiaro in mente l’obbiettivo primario: acquisire costanza in un’abitudine per consolidarla. Sono dell’avviso che la pratica costante e assidua, anche se BREVE, fornisca continue informazioni al nostro sistema e che può essere la base di partenza per successi duraturi.
Essendo un giocatore ma in primis un terapista ho cercato di capire in prima persona quali fossero gli elementi che dovrebbero essere propedeutici al gioco del Golf.
Perciò, tutti i giorni, la nostra pratica breve dovrebbe contenere:
- Mobilità delle articolazioni ed elasticità muscolare
- Respirazione
- Circolazione
- Mobilità dei nervi periferici
- Equilibrio e propriocezione
Sono consapevole che sono molti gli aspetti da tenere in considerazione e vorrei a proposito fornire dei consigli per riuscire senza particolari sforzi a non tralasciare nulla. Basiamoci sulle teorie antichissime delle Mnemotecniche, in particolare sulle cosiddette “parole velcro”. Le parole velcro sono parole o concetti in successione che per noi sono facili da ricordare a cui associamo per ognuna qualcosa o qualche gesto che vogliamo ricordare. Ad esempio quando vogliamo ricordarci l’attrezzatura per una gara possiamo abbinare ogni oggetto di cui abbiamo bisogno ad una lettera dell’alfabeto, in modo da fare una check-list sequenziale per non dimenticarci nulla. Quindi mentalmente ci ripeteremo:
- Acqua
- Ombrello
- Marchino
- Alza pitch
- Strumenti di misurazione
- Frutta secca
- E cosi via….
Quello che consiglio è inserire piccoli esercizi della durata di massimo 5 minuti associandoli NON a delle parole ma a delle “situazioni velcro” che si verificano ripetutamente durante la nostra vita quotidiana. Andiamo a scoprire degli esempi che non sono da considerarsi un vademecum assoluto ma che possono offrire degli spunti che assumono ancora più importanza se associati al consulto di un professionista del campo, soprattutto se il nostro punto di partenza è una situazione di dolore o problematicità fisiche. Un altro fattore molto importante è modulare i vari esercizi cercando di plasmarli al tipo di lavoro che ognuno svolge, in modo da trovare la Routine più consona per noi.
Mobilità delle articolazioni ed elasticità muscolare
Le nostre articolazioni sono dei fulcri e in particolare le articolazioni vertebrali nel gioco del golf assumono un’importanza capitale. Basti pensare che durante lo swing ruotiamo su un asse formato proprio dalla nostra colonna. A sua volta la nostra colonna possiede dei “punti di snodo” chiamati cerniere. Esiste la cerniera cervico-dorsale e la cerniera dorso-lombare è sono i passaggi chiave per avere una buona mobilità. Non dobbiamo dimenticare però che senza il buon funzionamento dei “tiranti” e del motore di queste articolazioni, ovvero i legamenti e i muscoli, il nostro corpo non avrebbe la mobilità e soprattutto l’elasticità che permette di compiere uno swing fluido e preciso. Nella mia giornata ad esempio inserisco il lavoro sulla mobilità appena mi sveglio e appena prima di andare a dormire. Appena apro gli occhi mi occupo delle cerniere compiendo dei movimenti controllati da supino e da seduto per un totale di massimo 1 o 2 minuti. Lo ritengo un ottimo modo per risvegliare il mio corpo e prepararlo per la giornata. L’elasticità tissutale invece la miglioro appena prima di dormire, eseguendo esercizi di allungamento statico della durata al massimo di 1 minuto per esercizio, magari aggiungendo qualche posizione se quel giorno ho giocato a golf.
Respirazione
La respirazione è un fattore determinante non solo nel golf. Basti pensare che le strutture di cui abbiamo parlato in precedenza vengono alimentate dall’ossigeno e nel momento in cui la nostra respirazione funziona a metà il nostro apporto energetico, soprattutto per quanto riguarda la muscolatura, viene meno. Senza contare l’enorme effetto benefico che una profonda respirazione può avere sul rilassamento e sulla distensione generale, che sono la base per un buono swing. Per la respirazione bisognerebbe scegliere una particolare attività che svolgiamo un certo numero di volte durante il giorno e associarla a tre belle respirazioni profonde, cercando di espandere il più possibile la cassa toracica e buttare fuori tutta l’aria inalata. Oltre a nutrire i nostri muscoli e rilassarci stiamo buttando fuori tossine sotto forma di anidride carbonica. Io ad esempio, che effettuo molti spostamenti in macchina per il mio lavoro, compio tre belle respirazioni ogni volta che giro la chiave dell’accensione e ogni volta che la rigiro per spegnere l’automobile. In questo modo mi assicuro almeno dalle 15 alle 20 respirazioni ben eseguite durante tutto l’arco della giornata.
Circolazione
In precedenza abbiamo sottolineato l’importanza dell’ossigeno per i muscoli e l’intero organismo. Ma come arriva l’ossigeno che noi inspiriamo dove serve? Ovviamente attraverso la circolazione sanguigna. Di per sé il golf è uno sport che, facendoci camminare molto, stimola la circolazione (a meno che non prendiamo il Cart). Il più grande nemico della circolazione è l’immobilità. Quindi per migliorare la nostra circolazione basteranno alcuni accorgimenti e non mantenere a lungo la stessa posizione. Ad esempio cercare di camminare il più possibile (magari possiamo trovare un motivo per non arrabbiarci nel caso in cui parcheggiamo lontani dal posto di lavoro). Per chi invece è costretto davanti ad una scrivania per la maggior parte del suo tempo consiglio la leggera stimolazione della pianta del piede (magari con una pallina da golf) alternata a, per quanto ci è possibile, micro pause per bere un bicchiere d’acqua in modo da unire in un solo gesto due fattori utilissimi alla nostra circolazione.
Mobilità dei nervi periferici
Possiamo paragonare i nervi all’impianto elettrico del nostro corpo. Per quanto ancora oggi molti lo pensano vorrei sfatare il mito millenario secondo cui “i nervi si accavallano”. Cosa che ancora meno persone sanno, soprattutto tra i non addetti ai lavori, è che i nervi hanno una minima capacità di scorrimento ma soprattutto vi è un notevole scorrimento tra le guaine che lo ricoprono. Questo scorrimento è di fondamentale importanza soprattutto per la circolazione degli stessi. Ebbene sì, esistono i cosiddetti vasa nervorum ossia i vasi sanguigni dei nervi che apportano tutto il nutrimento di cui necessitano. Lo scorrimento delle guaine quindi aumenta la circolazione e ciò produce un effetto benefico sul reclutamento muscolare e su tutto il sistema. Tra tutti gli esercizi questa tipologia è quella che maggiormente consiglio di concordare con un professionista in modo che possiate eseguire solo movimenti che non vanno a peggiorare eventuali problemi preesistenti. Ricordate bene che, se a monte il nervo è “bloccato”, lo scorrimento dello stesso in alcuni casi può causare più dolore quindi affidatevi alle mani di un professionista che potrà consigliarvi al meglio. Personalmente lo ritengo in ogni caso uno strumento fondamentale nella nostra Routine e svolgo questo tipo di esercizi ogni volta che ricevo una telefonata: durante tutta la conversazione eseguo molto lentamente questi movimenti alternando lo scorrimento dei nervi periferici degli arti superiori a quello degli arti inferiori. Vedrete che anche le telefonate più inutili assumeranno così una valenza benefica.
Equilibrio e propriocezione
Molti definiscono lo swing del golf un movimento “non naturale”. Assumendo questa definizione per vera allora cosa ci tiene saldi a terra durante questo movimento innaturale? Il nostro equilibrio e la nostra propriocezione. Molti confondono le due parole ma proviamo a fare chiarezza: possiamo semplificare dicendo che la propriocezione è la percezione del nostro corpo nello spazio senza l’ausilio della vista mentre l’equilibrio è l’insieme degli aggiustamenti inconsci che ognuno di noi compie per contrastare la forza di gravità e non cadere durante l’esecuzione di un gesto. Se volessimo essere ancora più semplicistici potremmo dire che l’equilibrio è un costante lavoro di aggiustamenti del nostro corpo per non cadere mentre la propriocezione è la percezione che abbiamo per svolgere inconsciamente questi aggiustamenti. Per quanto siano due concetti diversi, il loro allenamento spesso collima e va a braccetto. Personalmente consiglio di cominciare da esercizi più facili aumentando la difficoltà gradualmente. Io ad esempio ho iniziato mantenendo la posizione monopodalica (in equilibrio su un piede) per almeno 10 secondi. Cambiando spesso piede possiamo aggiungere alcune variabili come ad esempio chiudendo gli occhi oppure tappandoci le orecchie (consiglio vivamente di non farlo insieme a meno che non ci siano situazioni in sicurezza per un’eventuale caduta). Possiamo anche integrare il semplice stare in equilibrio all’esecuzione di un gesto legato al golf. Io ad esempio alleno il mio equilibrio e la mia propriocezione quando prendo un ascensore, il che capita spesso nella mia giornata. Se fate lo stesso vi consiglio di accertarvi di essere da soli; l’immagine di qualcuno che oscilla su un piede solo ad occhi chiusi in un ascensore in cui sto entrando senza dubbio a me strapperà un sorriso ma probabilmente la maggior parte delle persone non vorrà più salire.