Abbiamo fatto due chiacchiere con Roberta Liti, golfista di Colle Val d’Elsa, classe 1995, unica italiana a partecipare al Lpga, il principale tour professionistico femminile di golf. Gli abbiamo chiesto cosa significhi per lei giocare a golf e quali sono i suoi obiettivi in futuro.
Allora Roberta, come sei entrata nel mondo del golf e quali sono state le tue motivazioni per diventare una giocatrice professionista?
“Sono entrata nel mondo del golf perché mio zio prese in gestione il bar ristorante del golf “L’Abbadia” ed io andavo durante l’estate e restavo li tutto il giorno, dalla mattina presto fino alla sera, quando chiudeva. E’ in quel momento che mi sono innamorata di questo sport. Avevo 9 anni quando ho cominciato a giocare e ho sempre avuto questo desiderio di diventare una professionista di golf e di giocare sul LPGA”.
Quali sono le principali sfide che hai dovuto affrontare come donna nel golf professionistico e come hai superato tali ostacoli?
“La principale sfida di una donna professionista nel golf che incontra è quella di non essere valorizzata nello stesso modo di un professionista uomo, di non avere, diciamo, le stesse opportunità sia dal punto di vista degli sponsor e di visibilità sia dal punto di vista di montepremi, sicuramente è una vita diversa da quella che di un uomo professionista. Diciamo che c’è questa continua “lotta” per cercare di portare più attenzione e più finanze nel mondo professionistico femminile. Ho cercato di superare gli ostacoli cercando di far vedere alle persone, con cui sono stata in contatto negli anni, quanto l’impegno che viene messo nel mondo del golf femminile sia uguale, se non maggiore a quello maschile, perché non hai le stesse opportunità degli uomini. Ho cercato di portare questo messaggio alle persone che ho incontrato nel mio percorso.”
Quali sono i tuoi momenti più gratificanti o memorabili nella tua carriera di golfista finora?
“I miei momenti più gratificanti nella mia creare di golfista sono stati il secondo posto agli europei a squadre in Portogallo nel 2017, la vittoria a squadre del campionato al college in America e i cinque campionati italiani che ho vinto. Ma sicuramente quello più memorabile di tutti fino adesso è stato quello di aver conquistato la carta del LPGA Tour che comunque è sempre stato un sogno.”
Come ti prepari fisicamente e mentalmente per le competizioni e quali sono le tue strategie per gestire la pressione durante i tornei?
“Al livello fisico sono seguita dal Danielle Pellicano, che è la mia trainer che mi segue tutte le settimane, anche se non sono a casa facciamo delle sessioni virtuali. Mentalmente invece sono seguita da Paola Pagani, ho cominciato a lavorare con lei quest’anno, è una mental coach di Milano. Le mie strategie per gestore la pressione sono tante e diverse, quest’anno mi sono concentrata molto sulla meditazione e sulla respirazione, per gestire meglio la pressione durante le gare”.
Quali sono i principali fattori che contribuiscono al tuo successo nel golf e quali aspetti tecnici o tattici hai focalizzato maggiormente nel tuo allenamento?
“Sicuramente la determinazione, la perseveranza e la pazienza, perché negli anni ho avuto la pazienza di saper aspettare i risultati, di aver fiducia nel lavoro che stavo facendo e nelle mie capacità di sapere che prima o poi i risultati sarebbero arrivati. Dal punto di vista tecnico mi sono focalizzata tanto sulla consistenza e credo di aver fatto un gran bel lavoro negli ultimi due anni con il mio maestro, Alessio Bruschi sul gioco lungo. Ultimamente ho cercato di rafforzare i miei punti deboli che sono sempre stati il putt e il gioco corto e ho lavorato con Alessio molto sul gioco corto per cercare di perfezionare la mia tecnica e di conseguenza migliorare la performance in gara. Sul putt con con Roberto Zappa, ho fatto un buon lavoro di tecnico ma anche, diciamo, un buon lavoro dal punto di vista di allenamento, cerco di sfruttare tutti gli allenamenti nel modo giusto per tranne i massimi benefici”.
Quali messaggi o consigli daresti alle giovani ragazze che sognano di diventare giocatrici professioniste di golf e come incoraggeresti la partecipazione femminile nel mondo del golf?
“Penso che il golf sia uno sport che ti da tanto a 360 gradi, sia dal punto di vista personale che dal punto di vista professionale. Credo che a differenza di tanti altri sport, il golf è un’esperienza unica e se una ragazza ha la voglia e la passione per dedicare il proprio tempo e le energie al golf, penso che non resti delusa. Io quando mi sono trovata nella posizione di decidere se passare professionista o no, diciamo che mi sono buttata per vedere come sarebbe andata e oggi posso dire che ha sicuramente superato di gran lunga le mie aspettative. E’ un tipo di vita che a me piace molto, di più di quello che pensavo e che mi ha arricchito tanto sia personalmente che professionalmente.”