I trofei sono oggetti simbolici e di valore, consegnati come riconoscimento a chi si distingue in qualche campo. La parola trophy, coniata in inglese nel 1550, deriva dal francese trophée, inteso come “un premio di guerra”. Questa parola a sua volta derivava dal latino trophaeum, inteso come “monumento alla vittoria”, che proveniva dal termine greco tropaion. Ai tempi della Grecia antica, il tropaion si riferiva ad armi, stendardi, prigionieri o parti del corpo (ad esempio teste) di catturati in battaglia e questi trofei di guerra commemoravano le vittorie militari. Nei giorni nostri, un trofeo è un ricordo tangibile e duraturo di un risultato specifico e serve come riconoscimento o prova di merito. Nel golf, due dei trofei più prestigiosi sono la Claret Jug e la Ryder Cup.
Il passato 23 di luglio, al 151° Open Championship giocato nel Royal Liverpool Golf Club, è stato inciso sulla Claret Jug il nome di Brian Harman. L’assegnazione della Claret Jug risale al 1872, quando fu necessario un nuovo trofeo dopo che Young Tom Morris aveva vinto l’originale Challenge Belt (presentata dal Prestwick Golf Club) a titolo definitivo nel 1870 vincendo il campionato per tre anni consecutivi. Ogni club, ha contribuito con £10 al costo del nuovo trofeo, denominato “The Golf Champion Trophy”, ed è stato realizzato da Mackay Cunningham & Company di Edimburgo. È stato disegnato come una brocca del diciannovesimo secolo usata per servire il Claret, un tipo di vino rosso secco prodotto nella regione francese di Bordeaux. Quando fu disputato l’evento del 1872, il trofeo non era pronto per essere consegnato a Morris e, soltanto qualche mese dopo, il suo nome è stato inciso. Nel 1873, Tom Kidd divenne il primo vincitore a ricevere la Claret Jug dopo aver vinto il campionato. Da lì, ogni anno, il nome del vincitore dell’Open Championship (chiamato anche “British Open”), viene inciso sul Golf Champion Trophy. Il trofeo, una coppa comunemente conosciuta come Claret Jug, viene portato sul campo e, in tempo reale, appena confermato il vincitore, l’incisore scrive il nome su un anello d’argento alla base della coppa. L’incisore della R&A è Garry Harvey, scozzese di 69 anni, che da vent’anni continua il mestiere di suo padre, anche lui incisore di lunga data della R&A. In questi anni, Harvey ha inciso alcuni dei nomi più famosi del golf nella Claret Jug tra i quali Tiger Woods e Rory McIlroy, solo per citarne alcuni. Harvey è anche un golfista e ha cominciato la sua attività come incisore scrivendo il suo stesso nome sul trofeo che ha vinto nel British Boys Amateur nel 1972.
Diventato golfer professionista, Harvey ha gareggiato nel 1979 nell’Open Championship al Royal Lytham e ha vinto il Kenya Open dell’European Tour nel 1985. Dal 2004 però, ha scelto di dare il ricambio generazionale a suo padre e dedicarsi all’incisione. Durante i suoi quasi due decenni di attività, Harvey ha dovuto imparare a gestire la pressione che comporta il dover scrivere il nome del campione dell’Open Championship sulla Claret Jug nei momenti caotici della conclusione del campionato. Le telecamere sono proprio accanto a lui, c’è pressione perché di solito deve incidere il nome in mezzo al pubblico e deve sentire tutti i loro commenti. L’anno scorso a St Andrews, Smith ha mantenuto un vantaggio di un colpo sul compagno di gioco Cameron Young mantenendo la suspense fino alla buca 18. Quest’anno invece, il grande vantaggio di Harman ha reso meno caotico il lavoro di Harvey che spera di continuare il suo lavoro per altri 10 o 12 anni. Scherzando, Harvey ha dichiarato che al suo ultimo Open, vorrebbe incidere il suo nome sulla Claret Jug e scappare. L’attuale Claret Jug non è quell’originale. L’originale, la troviamo esposta permanentemente presso la club house del Royal and Ancient Golf Club di St Andrews dal 1928, insieme alla Challenge Belt originale, donata nel 1908 dalla famiglia Morris. L’attuale Claret Jug, fatta per l’Open Championship del 1928, è stata assegnata per la prima volta a Walter Hagen. Come tradizione, il vincitore deve restituire il trofeo prima dell’Open dell’anno successivo e riceve una replica da conservare in modo permanente. Per fare spazio dove scrivere i nomi, sono stati disposti degli anelli alla base della coppa e, quest’anno, il nome di Brian Harman, è uno tra gli ultimi nomi che entreranno nella terza fascia d’argento. Esistono altre tre repliche della Claret Jug: una nel R&A World Golf Museum di St Andrews e due utilizzate per mostre itineranti. La Claret Jug è un simbolo scozzese ed è apparsa due volte sulle banconote commemorative scozzesi da 5 sterline emesse dalla Royal Bank of Scotland: prima nel 2004, per il 250º anniversario del Royal and Ancient Golf Club di St Andrews, poi nel 2005, la Claret Jug viene mostrata in mano da Jack Nicklaus per celebrare il suo ritiro.
La Ryder Cup, invece, ha una storia più recente. Quest’anno, da fine settembre, abbiamo in casa la competizione e la coppa al Marco Simone Golf & Country Club a Roma. La Ryder Cup è una competizione biennale di golf maschile tra squadre provenienti da Europa e Stati Uniti che si disputa ogni due anni, con la sede che si alterna tra i campi Americani e Europei. La competizione e il trofeo prendono il nome dall’uomo d’affari inglese Samuel Ryder che donò il trofeo. Il trofeo fu presentato per la prima volta nel 1927 al Worcester Country Club di Worcester, nel Massachusetts, e fu vinta dalla squadra degli Stati Uniti. La Ryder Cup è stata commissionata dal mercante inglese Samuel A. Ryder a Mappin & Webb Co., che ha creato il trofeo per £250 e consiste in una coppa d’oro, alta 17 pollici, larga nove pollici da manico a manico e pesa circa quattro chili. In cima al trofeo, c’è una piccola statua di Abe Mitchell, uno dei golfisti più importanti in Gran Bretagna negli anni venti, amico e istruttore di golf di Ryder. Ryder ha consegnato il trofeo alla Professional Golfers’ Association of Great Britain and Ireland. Il trofeo originale della Ryder Cup è ospitato presso la Professional Golfers’ Association of Great Britain and Ireland e una replica viene consegnata al gruppo vincitore. Ogni giocatore poi, la terrà a casa, potendo condividerla per un anno. L’immagine conclusiva di questo 151° Open Championship ci lascia Harman che beve una Guiness dalla Claret Jug per festeggiare la sua impresa sotto la pioggia. Intanto, tra poco più di due mesi, vedremo chi si aggiudicherà la Ryder Cup e festeggerà il suo trionfo come gli antichi, bevendo dalla coppa dei vincitori sotto il cielo di Roma.