Avvicinare i bambini al golf, uno sport che richiede coordinazione, concentrazione, pazienza e tanto altro, può offrire numerosi benefici. Tuttavia, spingere i bambini a praticare il golf con un’intensità che replica quella dei professionisti, può portare a conseguenze negative. Un approccio troppo rigido rischia di generare tanti “burnout” e altrettanti “baby bloomers” e cioè coloro che emergono in tenera età ma si stufano altrettanto presto.
In molti casi, i futuri atleti vengono coinvolti fin da piccoli in allenamenti estenuanti, gare di alto livello e routine intense, pensando che questo li aiuterà a sviluppare la mentalità vincente e a replicare i grandi professionisti.
Tiger e la gestione che suo padre Erin Woods ha adottato con lui agli inizi della sua carriera, non sono di supporto a quanto scrivo, ma preferisco credere che sia l’eccezione che conferma la regola.
Purtroppo, lo stress psicofisico accumulato, insieme a una motivazione che spesso non nasce da loro stessi ma da aspettative esterne, rischia di portarli all’esaurimento. La pressione costante può trasformare la passione per il golf in un dovere, privandoli del piacere e della soddisfazione di giocare e migliorarsi. Quando un giovane subisce questa pressione fin da piccolo, il golf rischia di diventare una fatica da cui cerca di fuggire.
Per prevenire il burnout, è essenziale che i genitori sappiano dosare il proprio supporto, senza trasformarlo in pressione. Un atteggiamento sano da parte loro può davvero fare la differenza nel percorso di crescita sportiva dei figli. Se è vero che il sostegno familiare è fondamentale, è altrettanto importante che i genitori riconoscano quando fermarsi, senza imporre obiettivi rigidi o insistere per miglioramenti costanti. Spesso il segreto è saperli portare via dal campo un attimo prima che si stanchino, lasciandoli con la voglia di tornare ad allenarsi la volta successiva.
Anche il ruolo dell’allenatore diventa cruciale. Un bravo coach dovrebbe favorire lo sviluppo graduale delle abilità, concentrandosi più sul piacere di imparare che sulla competizione, almeno fino all’adolescenza.
È Inoltre giusto ricordare che i traguardi memorabili nel golf arrivano solitamente in età più matura, quando la capacità di resistere alla pressione e di gestire le emozioni è più sviluppata. Le vittorie ottenute sotto i 15 anni, per quanto preziose, non sono quelle che definiscono la carriera di un giocatore. Senza contare che i bambini che vincono, pensano di essere più forti e dotati degli altri, ma quando vengono dagli altri raggiunti come maturità biologica o semplicemente ore di gioco scoprono che il castello era di cartapesta.
Raggiungere la maturità sportiva e il professionismo con entusiasmo e desiderio di migliorare, senza che il golf sia diventato una routine da evitare, è il vero obiettivo a cui dovrebbero puntare tutti i genitori e gli allenatori.
La strada migliore per preservare la passione e l’entusiasmo dei giovani giocatori di golf è quindi lasciare che si avvicinano a questo sport con un approccio sereno, rispettando i loro tempi di crescita e senza pressioni esterne eccessive. Solo così potranno continuare ad amare questo sport nel lungo periodo, e, se lo vorranno, raggiungere i traguardi più importanti della loro vita sportiva, senza mai perdere di vista il piacere che li ha portati a prendere una mazza da golf in mano per la prima volta.