“Amici golfisti e non golfisti…”. Non c’è bisogno di avere masticato per una vita pane e golf per ricordarsi dell’inconfondibile e cordiale tono con cui Mario Camicia presentava sulle reti Mediaset o su Sky i tornei più belli del circuito golfistico. Quattordici anni senza di lui sono trascorsi da poco tempo. Ma il suo ricordo di personaggio a tutto tondo in grado di fare amare la disciplina tutta mazze e buche e di farne assaporare l’emozione è più vivo che mai.
Cominciò proprio sui green, Camicia, e il golf praticato sia pur per breve tempo ma con il risultato di pervenire sino alla juniores gli trasmise a meraviglia l’arte di spiegarlo. Se è vero che nella vita sai spiegare bene ciò che vivi a fondo, Camicia del golf fece una scienza di passione e capacità descrittiva. Ci si era tutti, su quei green e quei percorsi nei tornei statunitensi o in qualunque altra kermesse golfistica gli accadesse di commentare. La sua voce riusciva a rendere presenti sul posto i molti appassionati proprio come se si fosse a un sussurro di metri dal campo.
Fotografo di professione, Camicia diede un notevole impulso alla diffusione della passione per il golf anche con diverse collaborazioni giornalistiche come quella con La Gazzetta dello Sport e fondando alcune riviste divulgative come “Il grande golf” e “Golf e turismo”. E contribuì non poco a fare uscire la disciplina dall’aura di elitarismo dalla quale era circondata rendendola più “terrena”. Si ricordano a meraviglia di lui gli organizzatori dell’Open d’Italia tra i quali figurò per anni.
Sembrano risuonare con estrema attualità le parole con cui Franco Chimenti, allora presidente della Federazione Italiana golf, lo salutò a nome di tutto il mondo della disciplina quando, il 27 settembre 2011 si spense a Carate Brianza per problemi polmonari. “Camicia era la voce del golf italiano – disse all’epoca – i suoi articoli sui giornali e le sue telecronache su Sky hanno dato un contributo determinante alla conoscenza e alla diffusione de nostro sport, al di là della cerchia dei giocatori e dei praticanti”.
Con lui termini come green, bunker, putt, par, birdie, bogey uscivano dalla ristretta cerchia degli addetti ai lavori per farsi a portata di tutti. L’amministratore delegato di Sky Andrea Zappia, ai tempi, ebbe a sottolinearne “la passione, l’autorevolezza dei suoi commenti e la capacità di coinvolgere il telespettatore”. Una passione che era prima di tutto la sua. Lui il golf lo portava come un vestito su misura. E lo sapeva portare per le vie dell’etere televisivo con semplicità e bonarietà. Una figura cesellata nella memoria dei golfisti navigati ma anche di chi, grazie a lui, ha imparato ad amare questo sport e magari pure a praticarlo.