Fondatrice di Golf Tour Experience, tour operator di golf con sede a Milano. Nel suo lavoro mette il cuore la professionalità e la passione per quello che per lei e per molti di noi è lo sport più bello e nobile del mondo.
Come è nata l’idea di Golf Tour Experience e quali sono stati i passi principali che ti hanno portato a trasformare questa passione in un’attività di successo?
Dal 1996, organizzo viaggi indimenticabili e, dopo l’apertura della mia agenzia nel 2005, quest’anno celebro 20 anni di attività. La mia vita ha avuto una svolta quando ho scoperto il golf grazie a un open day con Costantino Rocca: un vero colpo di fulmine che ha ispirato la nascita, nel 2017, di Golf Tour Experience, un brand dedicato esclusivamente a esperienze di viaggio per golfisti. Essendo io stessa una golfista, comprendo le esigenze dei giocatori e ho analizzato le migliori destinazioni golfistiche, visitando campi e partecipando a fiere per offrire un servizio su misura. La grande occasione è arrivata con la Ryder Cup in Italia, un’opportunità che abbiamo colto investendo nel marketing: ora siamo tra i primi risultati su Google, con clienti da tutto il mondo. Al cuore del successo di Golf Tour Experience c’è il mio team di sei professionisti, tra cui un membro dedicato al marketing. Puntiamo sulla cura estrema dei dettagli per offrire esperienze sartoriali, e promuoviamo il golf in Italia, valorizzando le nostre meraviglie naturali e artistiche.
Quali sono le caratteristiche principali che rendono una destinazione golfistica davvero speciale e memorabile per i viaggiatori?
Una destinazione golfistica memorabile non si limita a offrire campi di qualità, ma punta a un’esperienza immersiva e curata nei minimi dettagli. L’elemento distintivo sta nella scelta di partner d’eccellenza e nella cura dei servizi: in Italia, ad esempio, collaboriamo con realtà come Rocco Forte Hotels e le cantine Antinori per offrire soggiorni di lusso e degustazioni raffinate. Creare l’itinerario perfetto richiede una comprensione profonda delle esigenze del viaggiatore. Ogni cliente è unico: golfisti di associazioni, giocatori individuali, professionisti di varie nazionalità, ciascuno con il proprio budget e aspettative. C’è chi ambisce a sfidarsi sui campi più prestigiosi, chi preferisce un soggiorno rilassante in un resort esclusivo, e chi desidera immergersi nella cultura locale. Le variabili sono infinite, e la capacità di ascoltare diventa la chiave. Intervistiamo i clienti per comprendere appieno i loro desideri, progettando esperienze su misura che soddisfino ogni aspettativa. Un esempio? Abbiamo organizzato una Golf Clinic esclusiva con Campiglio Golf Academy: 3 notti a Dubai con accesso alla finale del Desert Classic e 6 notti a Mauritius. Un evento unico che è andato sold out in tre giorni, grazie alla nostra attenzione al target e alla capacità di proporre esperienze innovative e di altissimo livello.
Come pensi che il turismo golfistico si sia evoluto negli ultimi anni? Ci sono nuove tendenze o richieste specifiche da parte dei viaggiatori?
Il turismo golfistico sta vivendo un’evoluzione straordinaria, con un pubblico sempre più esigente e alla ricerca di esperienze personalizzate che vadano oltre il gioco. Nel 2023, il settore ha raggiunto i 38 miliardi di euro a livello globale, trainato da golfisti che desiderano itinerari flessibili, capaci di combinare sport, enogastronomia, cultura e benessere, con particolare attenzione a sostenibilità e qualità dei servizi. Le destinazioni golfistiche devono offrire esperienze autentiche e complete, facili da prenotare e corredate da informazioni precise e tempi di risposta rapidi. Cresce l’interesse per mete meno affollate, dove il golfista possa immergersi nella natura e nella cultura locale, ma anche per destinazioni più inclusive, che accolgano sempre più donne e giovani.La pandemia ha stravolto questo mercato: i rincari e la scarsa disponibilità di voli, alloggi e green fee, uniti alla crescente domanda e alla competizione con clienti stranieri, rendono la prenotazione anticipata essenziale. Il cliente italiano, ora in competizione con golfisti internazionali pronti a investire di più, deve adeguarsi alla nuova realtà, dove i last minute sono ormai un miraggio. La tendenza attuale vede prenotazioni fatte con un anticipo di uno o due anni, per assicurarsi disponibilità e convenienza.
Quali sono, secondo te, i punti di forza del turismo golfistico in Italia, e come il nostro Paese può valorizzare ulteriormente le proprie destinazioni golfistiche per attirare un numero crescente di golfisti internazionali?
L’Italia può essere una destinazione golfistica di successo puntando sulla qualità dei suoi campi, già di alto livello e immersi in paesaggi unici, senza bisogno di un numero eccessivo di strutture. Con il suo clima favorevole, la cultura millenaria e l’eccellenza enogastronomica, il Paese ha un fascino irresistibile per i golfisti internazionali. Per valorizzare questo potenziale, è essenziale una collaborazione tra golf club, tour operator, alberghi ed enti del turismo per creare un’offerta integrata. Il progetto “GOLF made in Italy” dove sto lavorando in prima linea, e che si terrà a Catania nell’ottobre 2025, sarà un’occasione per promuovere il turismo golfistico italiano, attirando investitori e buyer da tutto il mondo. L’evento mira a far conoscere la varietà e la ricchezza dell’esperienza golfistica italiana, rendendola competitiva a livello internazionale e mostrando le potenzialità del settore.