Il nostro pianeta è in uno stato di necessità incontestabile, con la crisi climatica che sta provocando cambiamenti epocali tanto negli oceani quanto nei ghiacciai. L’ultimo rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change mette in luce la prospettiva inquietante di un aumento del livello del mare di oltre un metro entro la fine del secolo, se le emissioni non saranno drasticamente ridotte. Di fronte a questa emergenza critica, è imperativo agire tempestivamente.
Numerose sono le voci e le iniziative ambientaliste che richiamano all’azione, tra cui spicca Perpetual Planet, campagna promossa da Rolex. L’obiettivo di questa campagna è studiare la salute del nostro pianeta attraverso una serie di spedizioni speciali.
L’Iniziativa Perpetual Planet si sta espandendo rapidamente e conta oggi un portfolio di 20 partner, tra i quali l’iniziativa Mission Blue di Sylvia Earle – di cui Rolex è partner dal 2014 – che mira a proteggere gli oceani attraverso una rete di Hope Spot (luoghi di speranza) marini protetti; la partnership consolidata con la National Geographic Society per studiare gli impatti del cambiamento climatico; e i Rolex Awards for Enterprise che da oltre 45 anni sostengono i creatori di progetti innovativi di cui il nostro mondo può beneficiare.
Da quasi un secolo Rolex sostiene con convinzione i pionieri dell’esplorazione, che hanno oltrepassato i limiti umani avventurandosi nelle zone più remote della Terra per scoprire le meraviglie naturali del nostro pianeta. Gli orologi Rolex hanno accompagnato questi esploratori sulle cime più alte del mondo e nelle profondità degli oceani, rivelandosi affidabili e precisi. A loro volta, queste spedizioni rivoluzionarie si sono rivelate delle occasioni ideali per collaudare i modelli del Marchio in condizioni reali e idearne di nuovi.
Nel 2017, Rolex ha consolidato la sua lunga collaborazione con la National Geographic Society, creando una partnership dedicata a promuovere l’esplorazione e la tutela dell’ambiente. Questa collaborazione ha dato vita a una serie di tre spedizioni rivoluzionarie, mirate a fornire risposte cruciali sull’impatto del cambiamento climatico su tre ambienti vitali del nostro pianeta: le montagne, le foreste pluviali e gli oceani.
La prima spedizione, nel 2019, si è concentrata sull’Everest, guidata dalla National Geographic e dalla Tribhuvan University. Lo scopo era comprendere gli effetti del cambiamento climatico sui ghiacciai dell’Hindu Kush-Himalaya, vitali per le risorse idriche di un miliardo di persone. La spedizione ha installato una rete di stazioni meteorologiche, incluso il record per l’altitudine più elevata, fornendo dati cruciali per monitorare la salute dei sistemi idrici.
Nel 2021, una squadra di esploratori e scienziati ha allestito la stazione meteorologica più alta degli emisferi australe e occidentale, sotto la cima del vulcano Tupungato nelle Ande meridionali. Questa stazione contribuirà allo studio dei processi atmosferici nelle alte Ande cilene, fondamentali per l’approvvigionamento idrico di oltre sei milioni di abitanti di Santiago.
Nel 2021, la glaciologa Alison Criscitiello ha scalato il monte Logan in Canada, installando una stazione meteorologica estraendo una carota di ghiaccio alla profondità di 327 metri un anno dopo. Questo straordinario reperto si stima contenga trentamila anni di informazioni sui cambiamenti climatici.
Annunciata nell’aprile 2022, questa nuova serie di sette ricerche si svolgerà nell’intero bacino del Rio delle Amazzoni nei due anni successivi. Affrontando deforestazione, bracconaggio, agricoltura commerciale e cambiamenti climatici, l’esplorazione approfondirà la complessità e l’importanza delle inondazioni stagionali per la sopravvivenza delle comunità e della fauna selvatica.
Parte integrante di questo progetto è anche Mission Blue, l’iniziativa ideata da Sylvia Earle. Da oltre cinquant’anni, Sylvia Earle è una figura iconica nell’esplorazione degli oceani. Nel 1970, ha guidato una missione pionieristica del governo statunitense, parte del progetto di ricerca Tektite II, dove ha vissuto e lavorato in habitat sottomarini nelle Isole Vergini degli Stati Uniti insieme a un team esclusivamente femminile. Questa esperienza ha plasmato la sua dedizione per la tutela degli oceani, portandola a sensibilizzare il pubblico sulla bellezza e la fragilità di queste regioni marine.
Fondatrice di Mission Blue nel 2009, Sylvia Earle ha incoraggiato comunità e governi a proteggere gli ecosistemi oceanici tramite la creazione di “Hope Spot” (luoghi di speranza). Questi luoghi, riconosciuti da Rolex dal 2014, sono considerati fondamentali per la conservazione della biodiversità marina e per il sostentamento delle comunità locali.
Il movimento Hope Spot, supportato da Earle, ha superato i 145 luoghi, contribuendo a un ambizioso obiettivo globale: proteggere il 30% degli oceani entro il 2030, in netto contrasto con l’attuale 8%. Alcuni Hope Spot sono stati integrati in aree marine protette esistenti, mentre altri sono oggetto di nuovi progetti di conservazione in collaborazione con comunità locali, organizzazioni ambientali e governi, una fase cruciale dopo l’approvazione da parte di Mission Blue e dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN).
Rolex, in linea con il suo impegno per l’esplorazione e la conservazione, sostiene anche i “portavoce” di Mission Blue, individui e organizzazioni che guidano gli sforzi di conservazione nei rispettivi Hope Spot. In questo modo, Rolex contribuisce a preservare la ricchezza degli oceani e a mantenere viva la speranza di un futuro sostenibile per le nostre acque marine.
In un periodo in cui l’urgenza di proteggere il nostro ambiente è più evidente che mai, l’impegno di entità come Rolex nel sostenere iniziative ecologiche e premiare progetti significativi assume un ruolo cruciale. Oltre a sollecitare consapevolezza, queste iniziative dimostrano che, attraverso azioni coordinate e sostenute nel tempo, possiamo sperare di preservare la bellezza e la vitalità del nostro pianeta per le generazioni future.