Cercava il settebello e l’ha trovato. Keegan Bradley, infatti, incamerando nella sua bacheca il Bmw Championship, è divenuto un eptatitolato nel circuito PGA. Il golfista di Woodstock classe 1986 e figlio di Mark proprietario del Jackson Hole Golf and Tennis Club e professionista dal 2008 ha spezzato sul percorso di Castle Pines un digiuno di affermazioni che durava dal 2023. In quell’occasione riuscì a mettere in fila nel Travelers Championship i connazionali Zac Blair e Brian Harman concludendo con 23 colpi sotto il par. E fu per lui, re del Pga Championship del 2011, il sesto trionfo dopo avere messo l le mani su Byron Nelson, WGC Bridgestone invitational, BWM Championship (di cui si è appena concesso il bis) e Zozo Championship. Il trionfo di Castle Pines gli ha permesso anche di prendere l’ascensore nella classifica di Fedex Cup sino ad approdare al quarto posto. E ora si appresta ad affrontare il Tour Championship con un pieno di entusiasmo e di determinazione a cercare di concedere, e concedersi , il bis. “E’ un onore- ha dichiarato con riferimento alla sua ultima perla infilata nella collana di vittorie nel PGA Tour – sono felice di essere tra i vincitori, grazie per il supporto ricevuto, vi voglio bene”. Poche parole affidate alla pagina social per esprimere l’orgoglio del suo viversi golfista a trecentosessanta gradi e per lanciare la sfida per i tornei a venire. Insomma, la delusione per il cinquantanovesimo posto ottenuto al Fedex Saint Jude Championship è stata in lui abbondantemente compensata da questa vittoria fortemente voluta e che gli potrebbe spalancare le porte per un Tour Championship ancora da protagonista.
LA CARRIERA
Bradley ha sempre avuto lo sport nel proprio DNA. Nella natia Woodstock cominciò con due racchette e gli sci ai piedi e tutto faceva pensare a un suo futuro tra le nevi tra uno slalom e una discesa libera. Il suo cuore però finì presto, complice anche il ruolo del padre nel Jackson Hole Golf and Tennis Club, per battere maggiormente per il golf. Gli esordi con la mazza e tra i campi verdi sono confortanti. Alla Hopkinton High School, infatti, riesce a mettere in fila la concorrenza nel campionato statale della Divisione 2 della Massachussets Interscholastic Athletic Association, Altrettanto bene gli andò quando frequentò la St John University dove, prima di conseguire la laurea nel 2008, anno in cui peraltro diventò golfista professionista, vinse nove tornei.
Tra i professionals comincia riempiendo con il suo nome l’albo d’oro di due tornei dell’NGA Hooters Tour, il Southern Dunes e il Texas Honing Open mettendosi in tasca la somma di 84 mila Euro con ventidue tagli superati in ventisei tornei. Dopo essersi cimentato nel Nationwide Tour, nel 2010 decide di giocare la carta pesante cercando di entrare nel PGA Tour 2010 ma, per due colpi, non ce la fece. In quello stesso anno, il Nationwide tour gli regalò però quattro sorrisi, tanti quanti furono i piazzamenti nei cinque tornei a cui partecipò. Le porte del PGA Tour si spalancarono per lui nel 2011. Qui, dopo una serie di piazzamenti tra cui il settimo posto dal Bob Hope Classic, si aggiudica il primo titolo ovvero il Byron Nelson. La vittoria gli permise di vedersi aprire le porte del WGC Bridgestone Invitional 2011 dove, in testa dopo le prime trentasei buche, finì però per precipitare al quindicesimo posto. Sempre nel 2011 salì sul trono del PGA Championship prevalendo in un estenuante ed entusiasmante spareggio su Jason Dufner sul quale recuperò bene dopo avere accumulato un discreto ritardo di colpi. Nel 2012 finì nel suo palmares il WGC Bridgestone Invitational dove ebbe la meglio su Jim Furyk e Steve Stricker. L’anno successivo non gli consegnò vittorie ma due secondi posti al Byron Nelson e al WGC Bridgestone Invitational segnalandolo di nuovo come uno dei golfisti di maggior talento del circuito PGA. Nel 2014 Bradkey salì ancora sul podio dell’Arnold Palmer International e giunse nuovamente secondo alle spalle di Matt Every. Dopo un periodo di buio, Bradkey è ritornato sulla cresta dell’onda aggiudicandosi l’edizione 2018 del BMW Championship che ha vinto anche una manciata di giorni fa. Si sarebbe poi ripetuto nello Zozo Championship nel 2022 e nel Travelers Championship nel 2023 nel quale aveva già sfiorato la vittoria nel 2019 giungendo secondo.
UNA FAMIGLIA DI GOLFISTI
La famiglia Bradley, prima di Keegan, si è segnalata nel mondo del golf per una significativa presenza in rosa. La zia, infatti, è stata ex giocatrice LPGA nonché esponente della World Golf Hall of Fame Pat Bradley. Un’altra zia, Peggy, fu per sette volte regina dei tornei del Women’s Club allo York Golf and Tennis Club nel Maine.
LE PASSIONI EXTRAGOLFISTICHE
Quando non è impegnato con le palle da golf, Bradley non disdegna di gettare lo sguardo sul mondo della palla a spicchi essendo tifoso dei Boston Celtics, ma anche su quello della palla ovale del football americano dove il suo cuore palpita per i New England Patriots. La sua eterogeneità di passione sportiva lo porta anche ad appassionarsi a un altro sport fondato sulle mazze ovvero l’hockey nel quale figura tra i tifosi del Boston Bruins. Nel mondo del golf sostiene di avere due amicizie granitiche, la prima è con Paul Mickelson che considera suo scopritore, la seconda è con quel Dufner che battè nel 2011 al Pga Championship ma da cui fu battuto nello stesso torneo due anni dopo.