Let’s just keep it simple: Aspettando Jordan e Curry alla Ryder Cup

Non mancheranno i grandi personaggi dello sport nella prossima Ryder Cup di Roma

Michael Jordan è già arrivato in Sicilia e sarà presente per la Ryder Cup. La presenza della legenda del basket a questa manifestazione non è nuova. Jordan segue e vive intensamente la Ryder Cup da quando si è ritirato e ha fondato il suo proprio course, The Grove XXIII in Hobe Sound, Florida, per vivere la sua passione per il golf. Il The Grove XXIII, disegnato da Bobby Weed Golf Design, studio formato da Bobby Weed, Chris Monti e Joey Graziani, è uno dei migliori course in America. Dopo aver vissuto tanto tempo con il freddo di Chicago, per Jordan non esiste un altro posto al mondo dove vorrebbe ora esserci.

Nella Ryder Cup al Marco Simone insieme a lui aspettiamo Steph Curry. Curry non è nuovo al golf. Era già un bravissimo golfista dal tempo del college e si prevede anche per lui un futuro professionistico nel golf alla fine della sua carriera nel basket. Circa un anno fa, Michael Jordan diede un’intervista a Stephen Curry. Nell’intervista Curry era curioso di conoscere il coinvolgimento emotivo di Jordan con il golf. Essendo entrambi sportivi di altissimo livello ed entrambi molto competitivi, Curry si questionava su come gestire la pratica del golf in contemporanea con il basket e sul suo futuro quando non avrà più la Nba. Jordan e Curry sono entrambi persone disciplinate, abituate a fare il meglio e solo il meglio. Nello sguardo di Curry si vedeva la curiosità verso Jordan e il voler sapere come riesca lui a sopravvivere senza l’adrenalina della competizione. E la risposta che ha ricevuto di Jordan non poteva essere più sentita: quando non hai più contra chi competere, puoi competere soltanto contro te stesso. Ed è questo che si vive nel golf. Jordan ha confessato che ammira i campioni di golf che sono in grado di fare prestazioni notevolissime sotto lo sguardo di migliaia di spettatori mentre lui, senza la certezza del canestro, fa fatica a sporsi per paura di sbagliare e di fare brutta figura.

Vi riconoscete nella sua ansia? Ora sapete che anche uno come lui sente la pressione di sbagliare quando sta in mezzo al campo. Il discorso della prestazione è un argomento molto delicato per chi è abituato a vincere senza sbagliare. Curry ha apprezzato la sincerità di Jordan e si sono confrontati in un bellissimo dialogo dove il consiglio del veterano Jordan è stato semplicemente: let’s keep it simple. Questo è. Lui, dopo questi anni di golf, è arrivato alla conclusione che sia il golf sia la vita sono già abbastanza complicati per sé, allora bisogna vivere entrambi nel modo più semplice possibile. Dalle passate Ryder Cup sappiamo che Jordan è abituato a sdraiarsi sull’erba vicino al tee, a lui è permesso.

Sicuramente lo vedremo con quel grande sorriso che non perde dettaglio dei movimenti di ogni swing. Curry invece è più discreto e tende ad osservare dai palchi senza farsi notare. Quest’anno ci aspettiamo nel Marco Simone una Ryder Cup carica di sfide epiche tra McIlroy e Koepka, Rahm e Scheffler, ognuno con uno stile di golf diverso ma tutti dotati di precisione, eleganza e potenza, che faranno sicuramente trattenere il fiato dopo ogni shot. Bisognerà aspettare che il tempo di fine settembre a Roma ci dia delle giornate soleggiate e senza vento. Quattro sessioni di fourball, quattro di foursome e dodici incontri singoli saranno una bella maratona per gli appassionati che per tre giorni resteranno sul campo Marco Simone insieme alle squadre europea e americana. Se vi capita, cercate con lo sguardo tra la folla Jordan e Curry e guardate come si illuminano gli occhi di due immortali quando vedono la palla che vola in cielo. Let’s just keep it simple.

Claudia Janneth Baquero

Mi chiamo CJ Baquero e sono biologa. Il golf, la natura e la scrittura sono le cose che amo di più. Affrontiamo la sfida di fare del golf uno sport inclusivo che, come un buon vino, maturi e migliori con il passare delle stagioni, mettendo in luce le eccellenze del Made in Italy. Come golf writer voglio contribuire alla sua diffusione. Il futuro del golf in Italia dipende dall’amore e dalla passione che saremo in grado di trasmettere dentro e fuori dal campo.