Ad un solo colpo da Rory McIlroy e Patrick Cantlay, che conducono la 124th edizione dello U.S. Open con uno score di -5, Åberg continua a dimostrare di avere il carattere giusto. Quando serve. Il campo è stato tirato a lucido e i green sono praticamente ingiocabili. Solo due i clean sheet durante le prime 18 buche. Una arriva proprio dal nordirlandese McIlroy che sigla un bogey free round nella prima giornata di un major per la prima volta dopo 10 anni.
“Partire bene è importante per cercare di mantenersi lassù, perché bisogna darsi il maggior margine possibile, sapendo cosa si nasconde dietro l’angolo”, ha detto McIlroy. “Il modo in cui ho giocato oggi, il modo in cui ho colpito la palla, il modo in cui mi sono gestito, sentivo che quel punteggio era abbastanza meritato” ha continuato il campione nordirlandese.
Per Rory un giro molto consistente e “tranquillo”. Quello che ha funzionato particolarmente bene è il gioco lungo. Prova ne sia il ferro 6 alla 4, piazzato a pochi metri di distanza dalla buca. Una statistica su McIlroy? Il numero 3 della classifica mondiale ha vinto un major le ultime tre volte in cui ha iniziato con un round senza bogey: a Hoylake nell’Open Championship 2014, a Kiawah Island nel PGA Championship 2012 e al Congressional negli US Open 2011.
Non è stato da meno, naturalmente, anche Cantlay. Per esprimere uno score in -5 a Pinehurst, ovviamente, bisogna limitare i danni e sfruttare ogni singola possibilità che viene concessa. Un round ordinato e pulito, peccato per l’unico bogey segnato alla 15*.
“Ho lavorato davvero duramente sul mio gioco” ha detto Cantlay. “E di solito quando apporti solo un paio di modifiche e lavori davvero duro, è solo questione di tempo”. Sarà competitivo Cantlay? Nonostante sia sempre tra i primi giocatori, le prestazioni dello statunitense nei Major non sono delle migliori: Ha solo quattro top 10 nelle sue 26 partenze major da quando è tornato da un grave infortunio alla schiena nel 2017, e solo una reale possibilità di vincerne una.
Questo ci fa pensare che a livello mentale non sia, forse, pronto come lo sono altri, come Åberg ad esempio, nonostante rappresenti un unicum la precocità dello svedese. Åberg, al debutto agli U.S. Open, ha portato in club house un ottimo -4 che gli è valso la terza piazza in solitaria. Il talento di Eslov è diventato professionista solo un anno fa e ha già raccolto un secondo posto al Masters di quest’anno e diversi altri piazzamenti di un certo valore. Lo svedese ha 6 top 5, 24 su 28 tagli passati, 3 secondi posti, 1 vittoria al The RSM Classic 2023, una vittoria in Ryder Cup e una vittoria All’Omega European Masters.
Solo 15 i giocatori in totale che hanno chiuso il primo giro dello U.S. Open sotto par. Il francese Matthieu Pavon si trova a -3 in T4 con l’americano Bryson DeChambeau. 3, invece, sono i giocatori appaiati a -2 in T6: Tony Finau, Tyrrell Hatton e Akshay Bhatia. A -1, invece, 7 giocatori: S. Kim, C. Conners, S. Garcia, S. Bennett, A. Rai, T. Detry e J. Suber. Proprio Garcia è stato l’altro giocatore a segnare uno score senza bogey. Resta, comunque, la difficoltà di un campo che è stato preparato per mesi per questo evento.
Alcuni top player, infatti, sono rimasti impietriti da quello che hanno dovuto vivere in campo. Viktor Hovland ha dovuto chiudere un par difficile alla 18 per 78 totale. Justin Thomas ha portato in club house un 77 e Will Zalatoris, che tipicamente mette a ferro e fuoco i major, ha chiuso in 75 colpi.