Sembra che Ludvig Åberg non senta la pressione dei major e si trovi, in questo caso, particolarmente a suo agio sui fairway di Pinehurst. Lo svedese, venerdì, ha collezionato un semplice score di -1 di giornata (-5 per il totale) che lo ha catapultato da solo in vetta della classifica. È riuscito, da grande giocatore qual è, nonostante la sua tenera età, ad evitare grossi errori (nonostante abbia mancato due fairway) e ha saputo cogliere le opportunità quando gli si sono presentate.
“Non è un campo da golf facile da giocare”, ha affermato Åberg. “Ma sentivo di essere rimasto molto disciplinato, molto paziento e ho sempre cercato di raggiungere i miei obiettivi. Mi sono detto in anticipo: “Cerchiamo di capire quanti buoni colpi posso effettuare oggi e vediamo dove vanno a finire”. Saggia conclusione. La sua giornata è partita bene con due birdie sulle prime 5 buche. Il bogey alla 8 lo ha costretto a rimettersi in carreggiata. E così è stato. Birdie alla 12 e poi di nuovo bogey alla 16.
Subito dietro Bryson DeChambeau appaiato al belga Thomas Detry e al connazionale Patrick Cantlay (che guidava la classifica dopo il primo giorno) in T2 a -4. Il nordirlandese McIlroy, a causa di un brutto giro in +2, slitta in T5 a +3 con Tony Finau (compagno di partenza di Åberg) e il francese Matthieu Pavon. “È la prima volta che gioco con lui. Quel ragazzo è come una macchina da quello che ho visto” ha detto Tony Finau dopo aver portato un 69 in club house. “fa sembrare tutto facile”. Chiudono sotto par i primi due giorni anche: H. Matsuyama a -2 in 8° posizione e un gruppetto formato da T. Kim, T. Hatton, X. Schauffele, A. Bhatia, T. Widing, C. Conners e Z. Blair a -1 in T9.
Due giorni da dimenticare, invece, per il numero uno al mondo Scottie Scheffler. Reduce dal suo 5° titolo stagionale la scorsa settimana al Memorial Tournament, lo score del campione originario del New Jersey dice 71-74 (+5 per il totale). Dentro per il rotto della cuffia al taglio. Chi ne è rimasto fuori, invece, dal week end, è Tiger Woods. 74 colpi il primo giorno, 73 il secondo. Il +7 totale non dà scampo al californiano che è apparso non al meglio della sua condizione fisica.
Ad apparire particolarmente in forma è Patrick Cantlay, ad oggi T2 ad un solo colpo di distacco dallo svedese. “Penso che questo campo da golf sarà molto impegnativo durante il fine settimana” ha detto Cantlay. “Soprattutto con le previsioni che abbiamo. È inevitabile che vengano commessi degli errori, ma questo fa parte del gioco degli US Open” ha concluso. E per rimarcare le condizioni del campo, quasi proibitive (esperti del settore dicono che anche un amateur one digit non riesca a scendere sotto i 90 di giornata) la frase di Cantlay sembra calzante: “La linea è molto sottile da queste parti. Solo un metro in un senso o nell’altro può fare una differenza drammatica”.
A fare notizia, però, è anche un giocatore italiano, Francesco Molinari. Il vincitore dell’Open Championship 2018 si trovava sul tee della buca 9 (sua ultima buca perché partito dalla 10) con uno score di +7. Gli è bastato fare hole in one e passare il taglio con facilità. Il PGA TOUR conserva statistiche solo a partire dal 2003 e non è riuscito a trovare nessuno che abbia terminato il suo giro con una buca in uno per passare il taglio. “Questo è il golf in poche parole”, ha detto Molinari.
Nonostante le temperature siano già altissime, si prevede che la temperatura diventerà ancora più calda e il percorso ancora più duro. Piccola statistica? Nessuno ha vinto gli U.S. Open al primo tentativo dai tempi del ventenne Francis Ouimet nel 1913. Ma Åberg non è certo un nuovo arrivato su questo tipo di palcoscenico.