Intervista esclusiva a Gregorio De Leo. “Voglio portare la bandiera italiana in giro per il mondo”

Abbiamo fatto due chiacchiere con Gregorio De Leo, 23 enne biellese, nuovo talento del golf italiano. Nel 2021 faceva il suo debutto nel mondo del professionismo, oggi, a distanza di due anni, ha già ottenuto diverse vittorie in carriera. Gli abbiamo chiesto cosa significhi per lui il golf e come si vede da grande.

Ciao Gregorio, la prima domanda che voglio farti è quali sono stati i momenti più significativi della tua carriera e quali sfide hai dovuto affrontare lungo il percorso?

“Allora, il momento più significativo della mia carriera è stato sicuramente vincere gli Internazionali d’Italia nel 2021, è stato uno dei punti più importanti, perché comunque finivo la mia carriera da Amateur, e chiuderla con un’Internazionale d’Italia è stata una gran cosa. Un altra tappa importante è stata la vittoria della terza gara sull’Alps, che mi ha dato la possibilità di prendere l’anno scorso ad agosto la categoria piena sul Challenge Tour, dove ho fatto 4 gare lo scorso anno e avere sicuramente la categoria anche quest’anno. Le sfide ci sono ogni settimana, ogni giorno è una sfida, perché comunque ci sono campi nuovi, sempre diversi, quindi ogni settimana incontri nuove difficoltà e sfide nuove da affrontare”.

Quali sono gli aspetti fondamentali che ritieni siano necessari per diventare un golfista di successo?

“E’ difficile trovare degli aspetti in particolare perché ognuno è fatto in modo diverso e ognuno da importanza a cose diverse. Direi che per me i punti fondamentali sono sicuramente riuscire a essere tranquillo e sereno durante le settimane di gara. Se parliamo di un aspetto tecnico e di gioco, ti direi che è un punto fondamentale per diventare un buon giocatore di golf e puttar bene perché col putt salvi le settimane dove non stai giocando bene e li vinci tornei.”

Come gestisci la pressione durante le competizioni e quali strategie adotti per mantenere alta la concentrazione e la calma?

“Sinceramente non adotto nessuna strategia e non lavoro con nessun professionista a livello psicologico. Non ho un metodo, diciamo che cerco di stare tranquillo, di gestire la situazione, di giocare come so giocare, e cerco di non farmi prendere troppo dalle emozioni, sia negative che positive, anzi da quelle positive sicuramente sì che fanno sempre bene. Ma non lavoro fondamentalmente con nessuno, non ho dei punti di riferimento da adottare durante i miei giri.”

Qual è il ruolo dell’aspetto mentale nel golf professionistico e come ti prepari per le gare più importanti?

“L’aspetto mentale è una parte importante del gioco, come dicevo prima io non mi preparo a livello mentale, mi preparo a livello tecnico, preparo il mio gioco per essere il più sereno possibile per riuscire ad affrontare le gare nel modo migliore, essere più pronto a livello tecnico e essere competitivo. Secondo me è tutto li perché poi fondamentalmente se hai fatto un buon lavoro e ti sei preparato nel modo giusto e sei tranquillo la gara sicuramente andrà bene. Poi potrebbe essere la settimana dopo, la settimana dopo ancora, ma se lavori nel modo giusto i risultati arrivano, e di conseguenza anche l’aspetto mentale va di paripasso con i risultati.”

Cosa pensi del movimento golfisito italiano?

“Secondo me, il golf italiano negli ultimi anni sta facendo un’ottimo lavoro, nel senso che abbiamo avuto un sacco di vittoria dal Tour maggiore, al Challenge. Soprattutto in queste due ultime settimane dove hanno vinto Manassero e Pavan, poi altre due vittorie all’Alps. Direi che ci difendiamo sicuramente benissimo, stiamo facendo un’ottimo lavoro, siamo una bella squadra, ci supportiamo a vicenda e stiamo andando a tutti nella direzione giusta.”

C’è un giocatore a cui ti inspiri, o che sogni di diventare?

“Un giocatore a cui mi ispiro è sicuramente il buon vecchio Tiger Woods. Il mio obiettivo è sicuramente quello di arrivare a giocare ad altissimi livelli e portare il mio nome, la bandiera italiana in giro per il mondo e far divertire le persone con il mio gioco. Voglio arrivare il più in alto possibile dove posso riuscire ad arrivare.”

Quali consigli daresti ai giovani golfisti che aspirano a diventare professionisti e quali sono le lezioni più importanti che hai imparato lungo la tua carriera nel golf?

“Un consiglio che vorrei dare a tutti i giocatori, giovani, amatour, quelli che stanno per approdare al professionismo, è quello di fare tantissime esperienze, di giocare tantissimo, di non stare mai fermi a casa, ma allenarsi, lavorare nel modo giusto, lavorare con i propri allenatori sulle cose che ritengono più opportune. E anche se i risultati non vengono, consiglio di restare calmi, perché con il giusto lavoro e con la giusta perseveranza i risultati prima o poi arrivano, magari ci mettono più tempo, però arrivano. Queste credo siano le cose che ho imparato durante la mia carriera, quelle che ho vissuto in prima persona, bisogna lavorare in una direzione e mantenere quella strada, stare tranquilli e aspettare i risultati.”

Cristiano Peconi

Direttore di Golf-Magazine, appassionato di golf da pochi anni, ma è come se lo fossi da sempre. Giocare a golf è una lezione di vita!