Intervista esclusiva ad Alessandra Fanali. “Sogno di vincere un Major”

Abbiamo fatto due chiacchiere con Alessandra Fanali, 23 anni, laureata in Sport business all’Arizona State University negli USA, giocatrice professionista del circuito europeo. A detta di molti è la nuova speranza azzurra del golf, gioiello del movimento femminile italiano. Gli abbiamo chiesto cosa significa per lei giocare a golf, quali sono i suoi progetti e le sue ambizioni da grande.

Allora Alessandra, la prima domanda che ti voglio fare è quali sono stati i momenti più importanti della tua carriera di golf amatoriale e come hai preparato il passaggio al professionismo?

“Sicuramente i momenti più importanti della mia carriera amatoriale sono stati con la Nazionale Italiana, con cui ho fatto tantissime esperienze in giro per l’Europa. Abbiamo vinto il Campionato Europeo a squadre nel 2016, poi l’anno dopo quando ho giocato la Junior Solheim Cup e abbiamo fatto i Campionati del mondo in Canada. Il passaggio al professionismo in realtà è iniziato quando avevo 16 anni grazie all’aiuto del mio maestro Giancluca Pietrobono. Anche l’università negli Stati Uniti mi ha aiutato tanto a crescere grazie sopratutto al livello delle giocatrici che ci sono, un livello molto alto, dove la competizione è molto molto agguerrita.”

Quali sono state le difficoltà più grandi che hai incontrato finora e come stai lavorando per superarle?

“Le difficoltà le ho incontrare per un periodo all’univerisità dove avevo perso un pò la voglia di giocare e la passione per il gioco, poi fortunatamente sono tornate. Quella che sto incontrando adesso nel professionismo è riuscire a trovare uno sponsor, dove al momento sono molto pochi e quindi riuscire a finanziarti una stagione sul Tour non è facile. Questa è una cosa fondamentale perchè non tutte le giocatrici, anche se hanno la carta sul Tour, possono permettersi di giocare e viaggiare così tanto. Anche solo giocando sul terreno Europa viaggi molto, in Africa, in Asia viaggi sempre con un team composto da molte persone, coach, personal trainer, metal coach, caddie, quindi non è facile. Per superare tutto questo sto cercando di giocare al meglio, fare ottimi risultati e arrivare al PGA per iniziare a guadagnare di più”. 

Come ti sei adattata al passaggio da un ambiente amatoriale a quello professionistico e quali sono le differenze principali che hai notato?

“Sinceramente non ho trovato grandi differenze tra il livello amatoriale e quello professionistico, il livello è sempre molto alto. Avendo giocato in America ho affrontato giocatrici tra le migliori al mondo quindi già sai cosa ti aspetta. La cosa che mi piace del professionismo è l’ambente che ti circonda; è diverso, hai sempre un team che ti segue, puoi decidere dove e come giocare, organizzarti le giornate, gli allenamenti e tutto il resto in totale autonomia”. 

Quali sono i tuoi punti di forza e in quali aspetti del gioco stai lavorando maggiormente per migliorarti?

“I miei punti di forza sono il drive dal tee, e il gioco corto intorno ai green. Da un paio di anni invece sto lavorando molto per portare ad un livello successivo il putt, dove ho avuto un pò di problemi durante gli anni dell’università. Adesso mi alleno cercando di mantenere alto ogni aspetto del gioco per migliorare sempre di più provando a portare tutto allo stesso livello”. 

Che significa avere una persona speciale al tuo fianco durante le tue gare?

“Personalmente mi aiuta molto, perchè per come sono fatta io ho bisogno di qualcuno che mi distolga il pensiero dal golf, dalla competizione e dallo stress in gara. Questo mi aiuta perchè finito il giro, si torna in hotel e si pensa ad latro, ad uscire, ad andare a mangiare fuori, al cinema. Grazie a lui, quelle 4/5 ore di gara riesco a viverle come le ore di una giornata normale e mentalmente questo mi aiuta molto”

Quali sono i tuoi obiettivi oggi e quelli di domani?

“I miei obiettivi per quest’anno solo sicuramente quelli di arrivare tra le prime 10 dell’European Tour per andare direttamente all’ultimo stage di qualifica per il PGA in America, e vincere il Rookie of the Year. L’obiettivo a lungo termine è quello di avere l’opportunità di giocarmi dei Major e diventare la numero 1 al mondo”

Cosa pensi del movimento golfistico delle donne in Italia?

“Fino ad oggi la Federazione e la Nazionale hanno avuto sempre ottimi risultati, proprio per questo la nostra Nazionale è sempre stata una delle più forti, vincendo europei, mondiali sia a squadre che individuali. L’unico problema che sta sorgendo in questi ultimi anni è che ci sono poche giocatrici in grado di mantenere alto il livello raggiunto e poche ragazze che si affacciano al mondo del golf. Credo che il golf debba essere promosso con maggiore attenzione, perchè è uno degli sport più affascinanti a cui partecipare, ma può darti anche degli ottimi sbocchi per il futuro”.

Che consiglio ti senti di dare ad una giovane ragazza che si affaccia per la prima volta a questo sport?

“Il consiglio che voglio dare a chi si affaccia al golf in questo momento è quello di prendere la pallina senza pensare troppo, cercare di essere se stessa senza voler copiare nessuno, ma seguire la propria strada”. 

 

 

Cristiano Peconi

Direttore di Golf-Magazine, appassionato di golf da pochi anni, ma è come se lo fossi da sempre. Giocare a golf è una lezione di vita!